

Storie di miniera
Classi IA, IIC, VD
Istituto di Istruzione Superiore
"Cesare Beccaria" di Carbonia

Concorso bandito dalla CGIL SARDA
A.S. 2014-2015

Intervista a Elisabetta Fois

Nel mese di gennaio abbiamo ospitato nel nostro istituto l'ingegnere chimico Elisabetta Fois che ci ha spiegato le vicende legate alla Carbosulcis ed ha risposto alle nostre domande.
Ci può spiegare qual è il suo lavoro e in cosa consiste? Quali sono i suoi compiti?
"Mi occupo di attività ed impianti di superficie nella miniera della Carbosulcis Spa. In pratica, lo staff di cui faccio parte coordina e supervisiona il lavoro di diversi reparti, come il pompaggio di ceneri e gessi in sottosuolo e il trattamento del minerale (Laveria).Sono un tecnico e mi occupo in particolare dell'ottimizzazione delle procedure di gestione degli impianti e dell'applicazione delle norme ambientali".
Perché ha deciso di fare questo lavoro? Quale preparazione le è servita per entrare in miniera?
"Ho deciso perché convinta di poter mettere il mio entusiasmo e le mie competenze di dottore di ricerca a disposizione di una realtà professionale del territorio in cui sono nata e cresciuta, che si è sviluppato proprio grazie all’attività mineraria legata alla presenza del bacino carbonifero.
Ho iniziato a lavorare in Carbosulcis nel settembre 2007, a 29 anni, dopo aver terminato un Dottorato di ricerca in ingegneria industriale, che ho fatto in seguito alla Laurea in ingegneria chimica".
Sono mai successi incidenti?
"Si, certo, come in tutti i posti di lavoro, anzi statisticamente registriamo molti meno incidenti di altre realtà industriali. Abbiamo registrato un lutto da infortunio molti anni prima della mia assunzione."
Che futuro ha la miniera di carbone dove lavora? Ce ne sono altre?
"La miniera di Carbonia è l’unica ancora in esercizio sul territorio nazionale. In Europa ce ne sono altre, ma tante risultano economicamente svantaggiose e, perciò, sono destinate alla chiusura, per effetto di una Decisione Comunitaria (la n° 787/2010/UE), che impone l’obbligo di presentazione di un piano di cessazione delle miniere di carbone non competitive ancora in attività nel 2009, alle quali devono essere revocati gli aiuti di Stato.
La Decisione prevede una dismissione lenta ma progressiva del sito minerario, allo scopo di scongiurare un grave danno sociale e soprattutto ambientale: in particolare, la produzione di carbone deve cessare nel 2018, per poi procedere alla chiusura definitiva del sito, entro il 2027, dopo averlo messo in sicurezza, aver realizzato il ripristino ambientale e predisposto il monitoraggio costante.
Gli Stati membri, pertanto, devono notificare un Piano di chiusura all'UE, e ottenerne l'accettazione, che acconsenta all'erogazione degli aiuti di Stato necessari a realizzarlo correttamente, secondo linee guida e obiettivi definiti. Nello specifico, la UE consente il finanziamento delle attività di tutela ambientale, ricerca ed innovazione tecnologica, di riduzione del problema sociale conseguentemente all’espulsione dal ciclo produttivo di lavoratori, di formazione e riqualificazione del personale."
Com'è considerata la donna in miniera?
"Le donne sono state considerate a lungo inadatte al duro lavoro nel sottosuolo, ambiente inospitale, specie nel periodo immediatamente successivo all’assunzione della lavoratrice. Ma superata una fase iniziale, si può notare un deciso abbattimento della diffidenza dovuta piuttosto ad un retaggio culturale, che all’effettiva capacità professionale. Per questo motivo, tuttavia, in miniera le donne costituiscono appena il 5% della forza lavoro, ancora una nettissima minoranza numerica, dunque. Va poi sottolineato che la maggior parte di queste lavoratrici è adibita a mansioni d’ufficio, amministrative in genere. Solo una minoranza nella minoranza svolge ruoli più operativi."
La miniera è inquinante? Come si concilia con la scelta di ridurre le emissioni di anidride carbonica?
"La miniera ed i suoi impianti, come tutti i siti industriali ha indubbiamente un impatto ambientale, ma non si può definire in se stessa un’attività che crei un forte inquinamento, come in passato, se non quando non si rispettano le norme ambientali vigenti oggi, cosa che, ovviamente non deve avvenire e che da noi non avviene."
Quali attività di ricerca scientifica e tecnologica ci sono?
"La Carbosulcis ha avviato una serie di progetti di ricerca, dallo studio di impianti integrati alimentati da fonti rinnovabili, alla desolforazione del carbone Sulcis, fino alla cattura e stoccaggio dell'anidride carbonica, stoccaggio geologico, principalmente, cioè nel sottosuolo.
La lignite del Sulcis è un carbone relativamente giovane, molto ricco di zolfo. Questo studio si prefigge l'obiettivo di valorizzarlo e di sfruttarne le potenzialità industriali puntando allo sviluppo ecosostenibile della filiera.
Io sono coautrice di un brevetto di desolforazione del carbone Sulcis, mediante un processo di lisciviazione, che ha già ottenuto il riconoscimento dell'apporto positivo di ricerca, e dunque brevettabilità , legato all'innovazione di processo, come previsto dal Trattato di cooperazione in materia di brevetti (PCT).
Il progetto di ricerca si inserisce perfettamente all’interno delle attualissime tematiche dell’utilizzo ecocompatibile dei combustibili fossili e delle BAT (Best Available Technologies), per questo è senz'altro meritevole di sostegno, per i suoi ulteriori sviluppi soprattutto con riguardo all'utilizzo delle relative tecnologie."