

Storie di miniera
Classi IA, IIC, VD
Istituto di Istruzione Superiore
"Cesare Beccaria" di Carbonia

Concorso bandito dalla CGIL SARDA
A.S. 2014-2015

Giovanni Secci
Un vero esperto del lavoro in miniera

Armatore negli anni '50
Ha lavorato dal 1948 al 1963 alla Grande Miniera di Serbariu, a Carbonia.
Durante questi anni, ha svolto diverse mansioni all’interno della miniera: nei primi anni '50 è stato aiutante armatore: questo lavoro consisteva nel piazzare le butte o travi in legno per costruire le castelle, che servivano a evitare frane o cedimenti della roccia nelle gallerie.
E’ passato poi da aiutante armatore ad armatore: doveva armare le pareti delle gallerie di coltivazione a taglio aperto, utilizzando travi in legno o ferro. Queste armature potevano essere a gorgia o a dente.
Poi in sala argani
Alla fine degli anni ’50 è stato arganista nelle discenderie per portare in superficie le berline, che erano dirette poi nelle laverie, dove il carbone veniva lavato, pulito e selezionato.
Dagli scarti si ricavava il breccino, utilizzato nelle armature in miniera per riempire eventuali vuoti nella roccia.
Servizio grisoumetrico e controllo della ventilazione negli anni '60
Negli anni ’60 ha svolto il servizio grisoumetrico e il controllo della ventilazione nelle gallerie di ventilazione.
La prima mansione, consisteva nel controllare la quantità di grisou (CH4), anidride carbonica (CO2) e monossido di carbonio (CO) presente nell’aria utilizzando particolari strumenti.
La seconda mansione, invece, consisteva nel controllare i pozzi di ventilazione e le gallerie di ventilazione, che erano a -50m e arrivavano fino alla Madonnina di Serbariu.
Questo lavoro è importante perché i gas sono molto pericolosi nelle gallerie: infatti l’anidride carbonica e il monossido di carbonio causano la morte da soffocamento o avvelenamento, mentre il grisou, che si stratifica in alto essendo leggerissimo, è altamente esplosivo e infiammabile.
In falegnameria a Nuraxi Figus
Dopo la chiusura della miniera nel 1971, in seguito al trasferimento alla miniera di Nuraxi Figus, ha lavorato in falegnameria, e poi come impiegato e gestore delle contabilità.
Ferie, salario, pro e contro del lavoro.
Le ferie, alla miniera di Serbariu, duravano dodici giorni all’anno e la malattia per tre giorni non veniva retribuita: superati i tre giorni veniva pagata una quota minima.
Lo stipendio era di circa 15.000 lire.
Del suo lavoro gli piacevano la natura e l’ingegneria mineraria, e stare insieme ai suoi colleghi con cui c’era armonia e un senso di fratellanza.
Gli dava fastidio invece quando i sorveglianti, se scoprivano i minatori mangiare di nascosto, visto che non c’era la mensa, li costringevano a non cibarsi e a continuare a lavorare senza sosta per produrre al massimo.
Non gli piaceva neanche il grande caldo, soprattutto nelle gallerie a fasci verticali, dove la temperatura era elevatissima e il livello di ossigeno poteva scendere al 17%.
Gli incidenti e gli scioperi
Negli anni in cui ha lavorato per il servizio grisoumetrico, gli è capitato di rimanere da solo nei cantieri abbandonati nei quali ha vissuto momenti di pericolo trovandosi bloccato in una galleria franata.
Gli è capitato anche di vedere minatori schiacciati dalle frane.
Negli anni ’70 ha partecipato a un lungo e importante sciopero a Cagliari per il trasferimento delle maestranze operaie all'Enel.
Ha preso parte anche ad altri scioperi per rivendicare i propri diritti e la salvaguardia della miniera, e anche per impedirne la chiusura.