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Giovanni Secci

Un vero esperto del lavoro in miniera
Armatore negli anni '50

 

 

Ha lavorato dal 1948 al 1963 alla Grande Miniera di Serbariu,  a Carbonia. 

Durante questi anni, ha svolto diverse mansioni all’interno della miniera: nei primi anni '50 è stato aiutante armatore: questo lavoro consisteva nel piazzare le butte o travi in legno per costruire le castelle, che servivano a evitare frane o cedimenti della roccia nelle gallerie. 

E’ passato poi da aiutante armatore ad armatore: doveva armare le pareti delle gallerie di coltivazione a taglio aperto, utilizzando travi in legno o ferro. Queste armature potevano essere a gorgia o a dente.

Poi in sala argani

 

 

Alla fine degli anni ’50 è stato arganista nelle discenderie per portare in superficie le berline, che erano dirette poi nelle laverie, dove il carbone veniva lavato, pulito e selezionato. 

Dagli scarti si ricavava il breccino, utilizzato nelle armature in miniera per riempire eventuali vuoti nella roccia.

Servizio grisoumetrico e controllo della ventilazione negli anni '60

 

 

Negli anni ’60 ha svolto il servizio grisoumetrico e il controllo della ventilazione nelle gallerie di ventilazione. 

La prima mansione, consisteva nel controllare la quantità di grisou (CH4), anidride carbonica (CO2) e monossido di carbonio (CO) presente nell’aria utilizzando particolari strumenti.  

La seconda mansione, invece, consisteva nel controllare i pozzi di ventilazione e le gallerie di ventilazione, che erano a -50m e arrivavano fino alla Madonnina di Serbariu.

 

Questo lavoro è importante perché i gas sono molto pericolosi nelle gallerie: infatti l’anidride carbonica e il monossido di carbonio causano la morte da soffocamento o avvelenamento, mentre il grisou, che si stratifica in alto essendo leggerissimo, è altamente esplosivo e infiammabile.

In falegnameria a Nuraxi Figus

 

Dopo la chiusura della miniera nel 1971, in seguito al trasferimento alla miniera di Nuraxi Figus, ha lavorato in falegnameria, e poi come impiegato e gestore delle contabilità.

Ferie, salario, pro e contro del lavoro.

 

 

Le ferie, alla miniera di Serbariu, duravano dodici giorni all’anno e la malattia per tre giorni non veniva retribuita: superati i tre giorni veniva pagata una quota minima. 

Lo stipendio era di circa 15.000 lire.

Del suo lavoro gli piacevano la natura e l’ingegneria mineraria, e stare insieme ai suoi colleghi con cui c’era armonia e un senso di fratellanza.

Gli dava fastidio invece quando i sorveglianti, se scoprivano i minatori mangiare di nascosto, visto che non c’era la mensa,  li costringevano a non cibarsi e a continuare a lavorare senza sosta per produrre al massimo. 

Non gli piaceva neanche il grande caldo, soprattutto nelle gallerie a fasci verticali, dove la temperatura era elevatissima e il livello di ossigeno poteva scendere al 17%.

Gli incidenti e gli scioperi

 

 

Negli anni in cui ha lavorato per il servizio grisoumetrico, gli è capitato di rimanere da solo nei cantieri abbandonati nei quali ha vissuto momenti di pericolo trovandosi bloccato in una galleria franata. 

Gli è capitato anche di vedere minatori schiacciati dalle frane.

Negli anni ’70 ha partecipato a un lungo e importante sciopero a Cagliari per il trasferimento delle maestranze operaie all'Enel.

Ha preso parte anche ad altri scioperi per rivendicare i propri diritti e la salvaguardia della miniera, e anche per impedirne la chiusura.

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